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Meno amore, più rispetto.

Una delle prime motivazioni usate per convincere una persona a diventare vegana, è quella che rivendica quanto gli animali siano esseri senzienti, che come noi hanno dei sentimenti, che provano dolore e che sono meritevoli della nostra compassione ed empatia in quanto simili a noi o ai "nostri" animali considerati "domestici".
La seconda è quella secondo la quale il consumo di carne non sarebbe idoneo con la nostra natura di frugivori e che il consumo di derivati animali di varia natura, crea scompensi al nostro organismo che vanno dall'acidificazione del sangue all'insorgenza di tumori.
La terza è che la coltivazione intensiva, per sfamare gli animali detenuti negli allevamenti anch'essi intensivi,  e gli allevamenti stessi privano la maggior parte della popolazione mondiale di risorse sia in termini di cibo, che di terreno, che di diritti oltre che inquinare pesantemente il pianeta.
Ora tutte e tre queste motivazioni sono fondamentalmente vere.


Le "usiamo" purtroppo spesso anche noi perchè rapportandoci con persone che considerano normale difendere il loro inalienabile diritto alla bistecca, ci rendiamo conto che solo trovando delle motivazioni che coinvolgano la loro sfera personale, possiamo ambire ad avere almeno un minimo di attenzione.
E queste motivazioni funzionano, ma non perchè sono veritiere..ma perchè sono fondamentalmente antropocentriche.
Iniziamo dalla prima.
La cosa del paragonare gli "altri" animali a cani e gatti per far comprendere come siano ugualmente animali socievoli, con una vita sociale in simbiosi con la nostra e con dei diritti (si sa, per cani e gatti chiunque ammazzerebbe la nonna pur di difenderli) crea un buco nero pericolosissimo che fa credere alle persone che siano meritevoli di vivere solo perchè papabili "compagni" dell'uomo e quindi ipotetici animali domestici.
Cani e gatti stessi vengono privati del loro essere selvatico tenendoli in appartamenti, in mezzo a città, portati in ogni luogo in gabbiette o al guinzaglio.
Certo, è per la loro sicurezza, lo facciamo con tutte le più belle intenzioni del mondo...ma non pensiate che si divertano e che stiano bene.
Quindi, se già un animale domestico comune nel suo piccolo mondo ovattato soffre, come pensate stiano gli "altri" in una condizione simile?
C'è il rischio poi del passo successivo..."io considero il mio gatto/cane/coniglio come fosse mio figlio".
Quando sento questa frase mi si accappona la pelle... non metto assolutamente in dubbio la capacità e la bravura come "madre" di nessun*, però rendiamoci conto che non si deve amare un animale solo perchè lo proiettiamo su noi stessi e la nostra specie.
Un animale deve essere rispettato proprio per quello che è, qualsiasi specie esso sia, senza mai dimenticare le sue fondamentali esigenze.
Un animale non ha l'esigenza del bagnetto profumato, ha il suo sistema specifico per pulirsi il pelo e il profumo per qualsiasi di loro, è una violenza al loro delicato e acutissimo olfatto.
Un animale non può mangiare quello che mangiamo noi, salvo casi specifici.
Possiamo condividere, in quanto vegani, la loro alimentazione nel senso che, ad esempio i maiali, mangiano frutta e verdura quindi condividiamo per forza la loro alimentazione, ma mai e poi mai dovrebbero mangiare seitan o prodotti industriali e confezionati.
Un animale erbivoro poi, lo dice la parola stessa, mangia erba!
Fresca o secca sotto forma di fieno ma quello mangia e deve mangiare per essere in salute.
Un cucciolo ha un determinato periodo di allattamento, terminato questo periodo deve stare alla larga dal latte che sia materno o artificiale, non possono rimanere eterni cuccioli ed essere allattati fino a 6 mesi o anno di età.
Poi una cosa che forse sconvolgerà molti di voi...agli animali non piace essere presi in braccio.
Quando alzate loro le zampe davanti, gli scatta una sorta di attacco di panico per il quale si bloccano dalla paura e si lasciano prendere arrendevoli.
Non lo fanno perchè son felici che li prendete in braccio.
Gli animali piccini (conigli, volatili e in generale i cuccioli) quando sentono le nostre mani afferrarli, sono terrorizzati perchè è lo stesso gesto che un predatore in natura compierebbe per catturarli ed ucciderli.
E quando sono più grandi, devono tenersi sempre all'erta perchè afferrati di continuo.
Non fa bene loro questa situazione di stress continuo.
Un animale ha varie esigenze date dalla specie ma anche dal carattere del singolo perchè ognuno di loro ha la sua individualità.
C'è chi si avvicina, chi invece si allontana e nasconde.
C'è chi apprezza la carezza, chi invece non gliene frega nulla.
C'è chi è affettuoso, chi invece è magari rimasto traumatizzato.
Ognuno di loro ha la sua individualità ed espressione e nostro compito è osservare tutto questo seduti in un angolo, magari nascosto, apprezzandoli mentre liberi interagiscono tra loro e svolgono tutte le loro faccende giornaliere.
Saranno loro poi se lo vorranno a venirci incontro, una volta che ci vedono, come saranno loro a decidere se restare con noi un pò o tornare a quel cespuglio così succoso sapendo comunque che chi lo osserva per lui non sarà mai un pericolo.